Ali, Samir e Yasser1: tre adolescenti egiziani. Hanno trovato la morte in un bosco al confine turco-bulgaro, abbandonati nella neve dalla Polizia di frontiera nonostante le numerose segnalazioni. Un soccorso negato, ripetutamente richiesto, che avrebbe potuto salvarli. Un abbandono deliberato, come sembrano suggerire le impronte degli stivali militari attorno ai loro corpi.
Il comunicato stampa del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino
Le squadre di soccorso del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino hanno documentato nel dettaglio gli avvenimenti, condivisi nel loro comunicato stampa:
“ Nelle prime ore del mattino del 27 dicembre, le squadre di soccorso del Collettivo Rotte Balcaniche e di No Name Kitchen (NNK) hanno ricevuto le segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. È stato chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Le squadre di soccorso hanno subito cercato di raggiungere a loro volta le persone al più presto, ben sapendo per esperienza che la Polizia di frontiera è solita omettere il soccorso delle persone in movimento o respingerle in Turchia (pratica definita pushback e dichiarata illegale da tutti i trattati internazionali, specie se nei confronti di minori non accompagnati).
Gli e le attiviste sono state tuttavia bloccate più volte dalle pattuglie della Polizia di frontiera e per questo non sono riuscite a raggiungere i minori. Hanno quindi esortato la polizia a farlo ma sono state minacciate e brutalmente allontanate.
Il ritrovamento di Ali, Samir e Yasser
Il 28 dicembre, le squadre di soccorso sono riuscite finalmente a raggiungere i luoghi delle prime due segnalazioni, condivise il giorno prima con il 112, e hanno trovato due adolescenti morti. Uno era coperto di neve, l’altro era sdraiato con la testa in una pozzanghera. Il 29 dicembre, gli e le attiviste sono quindi andate nell’ultima posizione ricevuta. Non solo hanno trovato il terzo corpo, ma parti di esso erano lacerate: un piede e la testa erano stati mangiati dagli animali. Mentre il primo corpo è stato trovato a 20 metri dalla posizione segnalata alle autorità, gli ultimi due corpi sono stati trovati alle precise coordinate GPS fornite al 112 ed erano chiaramente visibili lungo il sentiero […]”. Il comunicato continua qui.
Storie di ordinaria frontiera
Dietro questa tragedia si nasconde l’essenza di un sistema migratorio europeo che non si limita a fallire: funziona esattamente come è stato progettato. Un sistema che tratta le persone in movimento come minacce da eliminare o respingere, ignorando ogni principio di umanità e ogni convenzione internazionale. Omissioni di soccorso, respingimenti, repressione della solidarietà: queste non sono eccezioni, ma strumenti di una politica che preferisce la morte al riconoscimento della dignità e della sicurezza delle persone migranti
Ali, Samir e Yasser ci ricordino che ogni frontiera non ci separa solo dagli altri, ma anche dalla nostra stessa umanità. Ali, Samir e Yasser quella umanità non l’hanno sperimentata, e ora i loro nomi si aggiungono alla lunga lista delle vittime delle frontiere.
Per conoscere quello succede sui confini, dove nessuno vede:
Facebook: Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino / Instagram: collettivo_rotte_balcaniche
Facebook: No Name Kitchen / Instagram: no_name_kitchen
- Pseudonimi. Il riconoscimento delle salme è ancora in atto. ↩︎