Sabato sera abbiamo preso parte all’inaugurazione di una nuova mostra a Venzone ‘Emigrazioni – Immigrazioni’. Questo percorso espositivo invita a riflettere su come i nostri territori siano stati, e siano ancora oggi, luoghi di partenze e di arrivi, legando la storia dell’emigrazione friulana alle attuali dinamiche migratorie.
La mostra intreccia immagini, poesie e documenti storici con la serie Silos di Alessandro Coccolo, che racconta la condizione dei migranti nel celebre edificio di Trieste, simbolo di transito e attesa.

Come Oikos ETS, abbiamo portato il Glossario delle Migrazioni, edito da Bottega Errante Edizioni, nato dal progetto PRATICA LOGICA (finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia), con l’obiettivo di offrire maggiore chiarezza ai termini e alle esperienze che definiscono i fenomeni migratori.
Uno strumento che si affianca a due podcast, prodotti da Bottega Errante Edizioni e Natalie Norma Fella:
“Albergo Roma”, che ripercorre la trasformazione di un edificio di Fagagna da casa del fascio a balera, fino a diventare una comunità per minori stranieri non accompagnati.
“Casa Loro“, che racconta il sistema d’accoglienza in Italia dando voce ai suoi protagonisti, raccontando esperienze e vissuti di chi arriva e chi accoglie.
Il nostro passato, presente e futuro.

Nel podcast Albergo Roma, il Sindaco di Fagagna Daniele Chiarvesio ci parla dell’emigrazione dei fagagnesi, che nella seconda metà del 1800 sono partiti verso l’Argentina e lì hanno fondato Resistencia, nel territorio del Chaco. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, sono tanti i nostri conterranei partiti. Molti hanno fatto fortuna, accumulando ricchezza e prosperità tramandata per generazioni. Molti sono morti nella miseria, una miseria anche troppo simile a quella che cercavano di lasciarsi alle spalle.
Ora, queste sono emigrazioni che per contesto storico e per portata sono molto diverse l’una dall’altra. Accostarle però ci consente di fare una cosa: di immaginare di essere sradicati, di vendere tutto quello che possediamo, e partire per una terra lontana, di arrivarci dopo un viaggio lunghissimo, e di non riconoscere nulla intorno a noi, senza capire la lingua, senza avere nessun altro punto di riferimento, se non quello offertoci da quelli partiti insieme a noi. E così, davanti ai nostri occhi, non scorgiamo più i bei paesaggi del nostro Friuli, i nostri bei tramonti, quella luce così pura che illumina i nostri monti ma qualcosa di spaventosamente nuovo. Dipingiamo i nostri che sono partiti come degli eroi che si sono spaccati la schiena e hanno lavorato duro (da bravi friulani). Ma ci pensiamo mai a quanto devono aver sofferto? Per molti dei nostri emigranti è stata un’esperienza difficilissima.
La nostra parte
Ma se ci fosse stato qualcuno lì apposta per prendersi cura di loro, per aiutarli, per guidarli. Per proteggerli e tutelarli? E oggi abbiamo gli strumenti -seppur limitati per capire il dolore di questo sradicamento, per occuparci delle vulnerabilità multiple di questi migranti. E forse ci permettono di capire un po’ di più di cosa siamo stati, di che dolore hanno provato i nostri conterranei. Capire loro, supportare loro, forse ci permette di riconnetterci con un’ esperienza lontana ma che ha toccato molte delle nostre famiglie. Ascoltare le storie dei migranti di oggi, le loro voci, con uno sforzo immaginativo può essere un aiuto a percepire le voci dei nostri nonni, bisnonni, genitori e a scoprire anche il nostro dolore, il nostro passato.
Aiutare i nostri migranti a trovare la loro strada, non dimenticando mai la nostra. Perché come ci ricorda la Bibbia, “Non opprimere lo straniero, voi lo conoscete l’animo dello straniero, giacché siete stati stranieri nel paese d’Egitto” (Esodo 23:9). Il nostro lavoro oggi di cura, inclusione e sviluppo dell’autonomia dei migranti passa necessariamente per queste riflessioni che tengono uniti il nostro presente al nostro passato, il dolore subito e il dolore di cui siamo testimoni oggi, le opportunità che abbiamo avuto e quelle che oggi a molti sono negate. Solo così potremo sforzarci di capire un fenomeno complicato, in costante mutamento, ma anche antico come la storia dell’uomo stesso.
Visitare la mostra
La mostra è organizzata dal Comune di Venzone, insieme alla Pro Loco Pro Venzone APS, all’Associazione Amici di VENZONE (ASSAV) all’Ente Friuli nel mondo.
è visitabile gratuitamente fino al 27 aprile presso Palazzo Orgnani- Martina:
- Venerdì: 14:00 – 18:00
- Sabato e domenica: 10:00 – 18:00
- (La mostra sarà chiusa il 20 e il 21 aprile)
Un ringraziamento speciale all’Assessore Cracogna, al Consigliere Garlatti, ad Alessandro Coccolo, ad Alberto Vidon.
Il Glossario delle Migrazioni è disponibile presso la mostra. Può essere scaricato gratuitamente a questo link, dove si possono trovare anche i due podcast (link).