Sintesi del progetto
Altri modelli possibili è una proposta seminariale che trova il suo ordine di motivazioni nella convinzione che diversi principi che regolano l’economia e che vengono spesso assunti come assiomi da cui partire per costruire modelli di sviluppo e di gestione della cosa pubblica e di regolamentazione dei mercati possano essere messi in discussione e incontrare forme di crescita – o decrescita – alternative. La crescita economica a tutti i costi è una variabile imprescindibile? La democrazia rappresentativa è davvero l’unico male minore possibile? Le risorse, per essere sfruttate al meglio, è giusto ed equo che seguano prassi di privatizzazione e di generazione di profitto? Esiste solo il PIL come indicatore attendibile per misurare lo stato di salute di un’economia e il livello di benessere di una comunità? Il livello di benessere di una comunità coincide per forza con la sua capacità di generare ricchezza o sono altri i parametri da considerare?
A fronte di tali quesiti negli ultimi anni stanno nascendo nuove correnti di pensiero che portano a trovare altri punti di vista, altre soluzioni, altri paradossi e presupposti da cui partire per poter elaborare modelli di convivenza migliori, maggiore equità e qualità della vita, maggiore benessere. Ecco che la tutela dei beni comuni, un razionale sfruttamento delle risorse naturali, un orientamento alle fonti energetiche alternative come anche la messa in discussione dell’attuale modello di sviluppo divengono temi di grande attualità. La gestione dell’economia e dei mercati è sempre correlata alle politiche di governance, di cui il finanziamento e gli orientamenti sono sempre più soggetti alle dinamiche dei mercati e alle dinamiche di lobby generando grossi problemi di empasse politico-eocnomica connesse proprio alla commistione di intereressi pubblici e privati. Ecco che la stessa democrazia rappresentativa non è più ad oggi l’unica forma di democrazia possibile, si fanno avanti infatti forme di partecipazione organizzata che vengono sperimentate in un numero sempre maggiore di comunità. Gli sconvolgimenti climatici di questi tempi, il continuo proliferare di forme di attivismo dal basso, le grandi disuguaglianze presenti sia a livello di classi sociali che a livello globale sono tutte variabili che portano a pensare a nuove forme di regolamentazione dei mercati, di gestione delle risorse naturali e di governance della cosa pubblica. La nascita dell’università dei Beni Comuni, la strutturazione delle teorie della decrescita, in modo particolare come paradosso provocatorio e 2 contraddittorio del pensiero unico, l’esigenza di sperimentare forme alternative di energia e la crescente diffusione di forme di democrazia partecipativa costituiscono a tutti gli effetti la scoperta di nuovi orizzonti politici e socio-economici che meritano di essere indagati e discussi.
Obiettivi formativi
Obiettivo del percorso formativo è quello di trasmettere ai discenti, studenti dell’Università e ad alcuni loro docenti, nuovi modelli di riferimento per l’economia, per la regolazione dei mercati, per la tutela dell’ambiente e per la gestione dei processi di governance. Verranno presentati modelli per certi versi in antitesi con quelli comunemente diffusi e talvolta connotati da una forte vocazione provocatoria, pur sempre finalizzati alla riflessione e alla riconsiderazione delle certezze che i saperi consolidati portano ad assumere sempre più in modalità assiomatica.
I tre focus tematici su cui si intenderà fare luce sono:
- il concetto di decrescita applicato all’economia, alla tutela dell’ambiente e al recupero della dimensione relazionale della vita di ognuno;
- il concetto di tutela dei beni comuni, intesi come diritti imprescindibili ed inalienabili della vita di ognuno;
- il concetto di democrazia partecipativa: l’evoluzione del significato di “democrazia” disegna nuovi scenari di gestione della cosa pubblica.
Programma formativo
03/12/07 – Come far crescere una cultura dei beni comuni.
Relatore: Rosario Lembo – Economista; Direttore dell’Università del Bene Comune.
7/02/08 – Le contraddizioni dell’attuale sistema economico e proposte di nuovi indicatori e principi su cui basare la programmazione delle politiche. La cultura dei beni comuni.
Relatore: Riccardo Petrella – Economista; promotore del Manifesto del Contratto Mondiale dell’Acqua e fondatore dell’Università del Bene Comune.
21/02/08 – Proposta per un modello non economico basato sulla decrescita.
Relatore: Serge Latouche – Presidente dell’associazione «La ligne d’horizon» e professore di Scienze economiche all’Università di Paris XI e all’Institut d’études du devoloppement économique et social (IEDS) di Parigi.
28/03/08 – Città e partecipazione.
Relatore: Giovanni Allegretti – Ricercatore presso l’Università di Coimbra, Portogallo
04/04/08 – Il paradosso della democrazia: libertà e responsabilità verso le generazioni future.
Relatore: Marco Deriu – Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi
all’Università di Parma
18/04/08 – Un altro modo di esportare la democrazia
Relatore: Maria Cristina Costanzo – Vicesindaco di Grottammare (Marche)
Partner del progetto
Università degli Studi di Udine, Rete Radie Resch di Udine, E-Labora, Reti di ContaminAzioni Socio Economiche, Associazione per la città ecosolidale, Associazione “Scuola friulana della decrescita”.