Un importante appuntamento istituzionale ha visto il coinvolgimento dello staff di Oikos in Burundi dal 19 al 28 novembre: l’avvio del progetto Santè a Muyinga (SAM) che, nei prossimi tre anni, vedrà impegnato lo staff dell’Associazione, e dei partner del progetto, nel Paese.
Durante la missione, gli operatori umanitari di Oikos, Amahoro e degli altri partner del progetto hanno incontrato la Governatrice della regione di Muyinga, il Sindaco di Muyinga e i rappresentanti del Ministero della Salute e del Distretto Sanitario Provinciale. La delegazione ha potuto incontrare anche i rappresentanti del Consolato Italiano in Burundi e della Delegazione dell’Unione Europea.
In queste importanti occasioni di dialogo, lo staff della missione ha potuto presentare e dare risonanza alle attività che si intende realizzare in Burundi e ai risultati che ci si prefigge di conseguire. Gli alti funzionari delle autorità nazionali e internazionali hanno apprezzato in particolare l’attenzione alla sostenibilità dell’intervento (il Ministero della Salute si è impegnato a fornire le risorse umane necessarie a progetto concluso) e sono rimasti favorevolmente colpiti dall’impegno e dal senso di appartenenza dei beneficiari, da sempre centro e allo stesso tempo motore di ogni progetto di Oikos e dei partner.
Il Burundi figura al 184° posto nella classifica dell’Indice di Sviluppo Umano stilata dalle Nazioni Unite. Negli ultimi quarant’anni, il Burundi è stato attraversato da lunghi e cruenti conflitti: nel 1972 e per un lungo periodo dal 1988 al 2005. Gli scontri vedono coinvolte le due principali etnie (Hutu e Tutsi) ed i regimi militari e dittatoriali che governano il Paese da decenni. Nel 1993, una sommossa della popolazione ha portato all’uccisione di più di 400,000 rivoltosi esausti dal perdurare delle precarie condizioni di vita: fame, povertà, malattie, violazioni dei diritti umani.
La recente crisi politico-economica mondiale non ha risparmiato il Paese contribuendo a peggiorare le già precarie condizioni di vita della popolazione: 66,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Nel 2013, il tasso di mortalità infantile e dei bambini sotto i 5 anni era del 82,9% ogni 1000 nascite, il 57,5% dei quali colpiti da malnutrizione acuta grave. In Burundi, le principali cause di morte sono dovute a malattie respiratorie (12,5%), dissenteria (9,3%) e malnutrizione (6,4%). Le altre cause di morte sono dovute all’HIV, alla malaria e alla tubercolosi.
Una volta identificato nella riduzione della morbilità e della mortalità i bisogni principali del contesto d’intervento i partner hanno individuato le principali priorità da affrontare per contribuire a migliorare lo stato di salute dei beneficiari e limitare i decessi della popolazione: (i) inadeguata presenza di strutture sanitarie di base preposte alla prima assistenza dei pazienti; (ii) inadeguate misure di prevenzione e scarse misure di informazione e sensibilizzazione dirette a ridurre l’incidenza di malaria, dissenteria e malnutrizione.
E’ in questo contesto che si inseriscono le attività del progetto Santè a Muyinga, finanziato in parte dalla Regione Friuli Venezia Giulia e in parte dai partner, che si realizzerà nelle colline (frazioni) di Mahonda, Ruyivyi, Gatongati, Masama e Rugari nella Provincia di Muyinga (Nord-Est del Burundi al confine con Rwanda e Tanzania).
La città di Muyinga è dotata di un ospedale centrale di valenza nazionale mentre nella Provincia sono presenti pochi centri di salute: nell’area d’intervento l’attuale distanza tra i centri di salute (CdS) presenti e l’ospedale di Muyinga è di circa 25 km. Tale distanza è troppo grande per poter garantire un’adeguata assistenza sanitaria alla popolazione delle 5 colline (circa 25.000 persone) e agli immigrati che provengono dal Rwanda e dalla Tanzania (circa 150/200 persone al giorno), soprattutto in considerazione del fatto che molte persone si spostano ancora a piedi. Il conflitto, il regime militare dittatoriale e la povertà estrema hanno spinto molte persone a fuggire dal Paese oltre confine. Gli ultimi dati forniti da OCHA, l’Agenzia delle Nazioni Unite preposta alla gestione delle emergenze umanitarie nel Mondo, registrano la presenza di più di 100,000 profughi distribuiti lungo le linee di confine con il Burundi in Tanzania, Rwanda e nella Repubblica Democratica del Congo.
Per affrontare i problemi esposti poco sopra, con il presente progetto si intende costruire un nuovo Centro di Salute presso una delle frazioni che ne sono prive. Questo permetterà di dimezzare i chilometri che le persone dovranno percorrere per raggiungere la struttura sanitaria più vicina. Attorno al Centro di Salute si intende sviluppare, inoltre, un percorso di strategia integrata di cure primarie (Primary Health Care, PHC) fondato sulla prevenzione delle principali malattie e sulla partecipazione comunitaria nel miglioramento delle proprie condizioni di salute. Le principali attività del progetto saranno quindi: (i) la costruzione del nuovo Centro di Salute nella frazione di Gatongati; (ii) la formazione di operatori socio-sanitari di comunità (OSSC); (iii) la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione della comunità locale su prevenzione e cura delle principali malattie che colpiscono la popolazione dell’area.
Il video racconta brevemente la visita, dello staff di Oikos e dei partner di progetto, ad un Centro di Salute simile a quello che sarà costruito a Gatongati nella provincia di Muyinga.
La sostenibilità finanziaria è garantita dall’impegno preso da parte delle autorità nazionali e locali del Burundi: una volta costruito il Centro di Salute e una volta concluso il percorso formativo e realizzato il percorso di informazione e sensibilizzazione da parte degli operatori sanitari di comunità, tutta la gestione delle cure sanitarie (e del presidio di prevenzione e cura) verrà gestito da personale locale stipendiato dal Ministero della Salute. Il nuovo Centro di Salute sarà riconosciuto dal Ministero della Salute che garantirà la copertura del costo del personale qualificato di cui garantirà le competenze. Il Comune di Muyinga metterà a disposizione il terreno garantendone la bonifica.
L’intervento beneficerà circa 25.600 persone svantaggiate che abitano le 5 colline di Mahonda, Ruyivyi, Gatongati, Masama, Rugari e circa 1000 immigrati provenienti dalla Tanzania e dal Rwanda.