Il Carnevale dei Neri e dei Bianchi di Pasto, in Colombia, è un caleidoscopio di colori, simbolismo e storia, un intreccio unico di tradizioni indigene, ispaniche e afrocolombiane che si fondono in un evento spettacolare e profondamente significativo. Inserito nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO dal 2009, questo carnevale, che si celebra ogni anno dal 28 dicembre al 6 gennaio, è molto più di una festa: è un momento di riflessione collettiva, in cui emerge la sfaccettata identità culturale e la celebrazione dell’uguaglianza nella diversità.
Origini antiche: tra luna e libertà
Le radici di questo carnevale affondano nel XVI secolo e nelle tradizioni delle popolazioni indigene Pastos e Quillacingas. Questi popoli agricoli onoravano la luna (Quilla) come divinità protettrice dei raccolti, celebrandola con danze e rituali. È su questo substrato spirituale che si è innestata, durante il periodo coloniale, una nuova dimensione sociale: quella della richiesta di libertà degli schiavi di origine africana, a cui veniva concesso un solo giorno all’anno per svagarsi e celebrare. Durante questa giornata, gli schiavi scendevano nelle strade, ballando e percuotendo i loro strumenti, finché era ora di tornare nelle piantagioni. La memoria di questo capitolo viene omaggiata ogni 5 gennaio, quando si celebra il “Giorno Nero”. Tutti giocano a rincorrersi e, utilizzando un trucco di colore nero, cercano di toccare le guance e dipingere di nero il viso delle persone.
I giorni del carnevale
La settimana di celebrazione inizia con il pre-Carnevale, dal 28 all’1 gennaio. Ogni giornata ha un aspetto distintivo, ad esempio:
28 dicembre – Carnevale dell’acqua: Spruzzi e giochi d’acqua riempiono le strade, simboleggiando la purificazione e dando il via a un’atmosfera di gioiosa condivisione.
31 dicembre – Old Years Parade: Qui, la satira regna sovrana. Sfilano pupazzi che rappresentano figure pubbliche e avvenimenti dell’anno appena trascorso, in un rituale che culmina con la cremazione dell’Anno Vecchio, simbolo di rinnovamento.
2 gennaio – Celebrazione eucaristica in onore di “Michita Linda”, Patrona di Pasto, chiedendo la benedizione della Vergine de Las Mercedes.
5 gennaio – Giorno nero: Questo è forse il momento più suggestivo, un omaggio alla memoria degli schiavi che, in epoca coloniale, reclamavano almeno un giorno di libertà. La tradizione vuole che tutti i partecipanti si dipingano il viso di nero, usando cosmetici preparati per l’occasione, in un gesto che richiama la fratellanza e la condivisione.
6 gennaio – Giorno bianco: In questa giornata finale, il bianco del borotalco ricopre i volti di tutti, eliminando simbolicamente ogni distinzione etnica e culturale. È una celebrazione dell’uguaglianza e della speranza per un futuro di tolleranza e rispetto.
Il sincretismo religioso nel Carnevale
Il Carnevale dei Neri e dei Bianchi è anche una vivida espressione di sincretismo religioso, che intreccia elementi delle credenze indigene andine con le tradizioni cattoliche introdotte dai coloni spagnoli. Il sincretismo religioso è il processo attraverso cui elementi di diverse tradizioni religiose si combinano, creando nuove pratiche, credenze o simboli. L’incontro tra culture diverse ha dato vita a forme di devozione uniche e adattate al contesto locale. Le antiche celebrazioni dedicate alla luna (Quilla), simbolo di fertilità e protezione per i raccolti, si sono fuse con i rituali cristiani, dando origine a un evento che riflette la complessità culturale della regione. La spiritualità degli indigeni, radicata nella venerazione degli elementi naturali come il sole e la luna, convive oggi con pratiche cattoliche. Infatti, il 2 gennaio il Carnevale comincia ufficialmente con un rito presso la Chiesa della Misericordia di Pasto, dove si chiede la benedizione del Carnevale alla Madonna, chiedendole di poter vivere la festa in armonia.
Foto credit: Carnaval de Negros y Blancos de Pasto, dal post che trovate qui.
L’arte dei carri e l’artigianato carnevalesco
Un elemento centrale del Carnevale dei Neri e dei Bianchi è la straordinaria maestria artigianale che si manifesta nella creazione dei carri allegorici. Questi giganti mobili sono vere e proprie opere d’arte, frutto di mesi di lavoro da parte di artisti e artigiani locali. Realizzati con materiali come legno, cartapesta, metallo e resine, i carri raccontano storie mitologiche, episodi della storia locale, temi sociali e visioni oniriche. L’abilità degli artigiani si riflette anche nei costumi elaborati, nelle maschere dai colori vivaci e nei dettagli intricati che decorano ogni elemento della festa. Questo impegno non solo arricchisce la spettacolarità del Carnevale, ma rappresenta anche una forma di conservazione e innovazione delle tradizioni culturali. I carri, sfilando per le strade, trasformano la città in un teatro a cielo aperto.
Il carro vincitore del Carnevale 2025
Questa che vedete è la carrozza vincitrice del Carnevale di Pasto 2025. ll carro si intitola La Vorágine, creato del maestro Leonardo Zarama. Questo omaggio all’opera letteraria di José Eustasio Rivera, scrittore colombiano nato nel 1888. Prende il nome dall’omonimo romanzo “La Voragine“, pubblicato nel 1924, una delle più importanti opere della letteratura latino-americana. Il romanzo esplora il desiderio umano di libertà e ribellione contro le convenzioni sociali, incarnato da Arturo Cova, la cui fuga dalla rigida società colombiana diventa un viaggio fisico e simbolico. La foresta amazzonica non è solo uno sfondo, ma un protagonista che riflette il conflitto interiore di Arturo e la brutalità delle dinamiche di sfruttamento economico e umano. Attraverso il racconto delle sofferenze dei raccoglitori di caucciù e l’impatto devastante della modernità sull’ambiente e sulle culture indigene, il romanzo si fa portavoce di una denuncia sociale che non potrebbe essere più attuale.
Conclusione
Il Carnevale dei Neri e dei Bianchi di Pasto rappresenta un caso emblematico di come le tradizioni culturali possano evolvere nel tempo, intrecciando le eredità indigene, africane e europee per dar vita a un’identità collettiva. Questa celebrazione è una forma di resistenza culturale e di reinterpretazione della memoria storica: attraverso i rituali, i simboli e i momenti di condivisione, le comunità riaffermano il valore dell’uguaglianza e della diversità. Il Carnevale diventa così un palcoscenico per raccontare le contraddizioni della storia – dall’oppressione coloniale alla lotta per la libertà – trasformandole in un’esperienza catartica e creativa. Dunque, più che una semplice festa, è un momento in cui le barriere etniche e sociali vengono abbattute, dimostrando che il patrimonio culturale immateriale non è un’eco del passato, ma una forza viva capace di ispirare visioni comuni di tolleranza e coesione sociale.
Foto credit: Canto a la Tierra, 2024 Jhonsca, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Fonti e riferimenti
Instagram: carnavalnegrosyblancos (profilo ufficiale)
Facebook: Carnaval de Negros y Blancos de Pasto
Sito ufficiale: https://carnavaldepasto.org/
David Rincón: La particular historia de la carroza ganadora del Carnaval de Negros y Blancos 2025 (link)
Wikipedia: José Eustasio Rivera (link) ; Carnaval de Negros y Blancos (link)
Colombia Travel: Carnaval de Negros y Blancos: un festival de tradición y color (link)
Javier Rodrizalez: Juego de negritos, la expresión tradicional es la “pintica” (link)
Unesco: El Carnaval de Negros y Blancos (link)