Proprio nei giorni in cui — con i dolorosi attentati di Nizza e di Vienna (qui un articolo di Marco Di Blas) — il tema della radicalizzazione irrompe nuovamente nel dibattito europeo come una questione di dolorosa attualità, Oikos onlus è impegnata nella realizzazione del progetto INFRA. Finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso un bando pubblico, l’iniziativa mira proprio alla prevenzione e al contrasto della radicalizzazione nelle carceri grazie alla formazione e alla sinergia tra le diverse istituzioni e realtà associative del territorio.
Tre i percorsi formativi che sono già stati realizzati e che hanno coinvolto le forze dell’ordine, il personale amministrativo delle istituzioni carcerarie e scolastiche, il personale educativo del carcere e i volontari, ma anche gli operatori delle associazioni che si occupano di accoglienza. Sono 48 i funzionari pubblici che, sino a oggi, hanno partecipato alla formazione, grazie allo stretto lavoro di coordinamento con il Provveditorato Del Ministero di Grazia e Giustizia del Triveneto, Istituzione che all’interno del progetto sta avendo un ruolo centrale. A questi si aggiungono circa 15 volontari e operatori del privato sociale che operano a contatto con il sistema carcerario regionale.
All’inizio di dicembre inoltre prenderanno avvio, come tassello fondamentale del progetto, due laboratori di cittadinanza che saranno realizzati all’interno delle carceri di Udine e Pordenone, mentre quello all’interno dell’Istituto di pena di Trieste sta già volgendo alla conclusione. Invece, a causa della ben nota emergenza sanitaria, restano per il momento in sospeso i percorsi formativi ideati per gli studenti delle scuole del territorio, incentrati sui temi dell’inclusione e della prevenzione della devianza. Per altro il progetto prevede anche la visita in carcere da parte di studenti maggiorenni, come pure – con l’obiettivo di abbattere i pregiudizi – di luoghi positivi frequentati e gestiti da cittadini migranti.
I fatti di Nizza e Vienna
«I sanguinosi fatti di Nizza e di Vienna — osserva il presidente di Oikos onlus, Giovanni Tonutti — ci scuotono nel profondo, ponendoci, come società, innumerevoli domande di senso. Allo stesso tempo però rafforzano la nostra convinzione che progettualità come INFRA siano urgenti e di fondamentale importanza per contrastare la radicalizzazione che proprio in carcere, come testimonia per altro la vicenda dell’attentatore di Vienna, trova terreno fertile. Anche per questo abbiamo coinvolto nel percorso di formazione l’Imam di Udine, riferimento religioso e esponente di un Islam moderato (per altro largamente maggioritario), che ha aderito subito con grande convinzione essendo lui stesso impegnato in un significativo lavoro teso a favorire il dialogo e l’integrazione».
La radicalizzazione attecchisce dove c’è un vuoto
«Con i partecipanti ai corsi — prosegue Tonutti —, in particolare con gli agenti di Polizia penitenziaria, abbiamo instaurato un rapporto caratterizzato da una forte empatia, la necessità di formazione su questi temi è infatti molto sentita. Lo scambio di idee è stato fecondo, ad esempio in merito alle dinamiche del fenomeno migratorio che erano poco conosciute nonostante la popolazione carceraria sia in gran parte composta da cittadini migranti. Come sempre per la formazione Oikos si è avvalsa anche dell’apporto di esperti del settore, come, tra gli altri, l’antropologo Marco Feleppa e diversi docenti dell’Università degli Studi di Udine. Grazie a loro abbiamo focalizzato l’attenzione su un punto fondamentale: la radicalizzazione attecchisce laddove si riscontra un vuoto che alimenta le fragilità individuali e che viene ad arte colmato da un approccio estremista e radicale che, è importante sottolinearlo, ha ben poco a che fare con la religione. Il vuoto a cui mi riferisco è mancanza dello Stato, mancanza di servizi dove ci sono sacche di disagio che chiedono risposte e invece sono contraddistinte da un profondo senso di ingiustizia, dalla mancanza di integrazione e di futuro».
I soggetti partner
Amplissima la rete dei soggetti partner: Enaip FVG, Arsap, Centro Solidarietà Giovani, Associazione Icaro, Comunità di San Martino al Campo (Trieste), il Liceo Caterina Percoto, il Liceo Giovanni Marinelli, i CPIA di Udine, Pordenone e Trieste, il Centro Islamico Misericordia e Solidarietà di Udine e l’Associazione Comunità e Carcere di Pordenone. L’iniziativa inoltre gode del patrocinio dell’Università degli studi di Udine e della fattiva collaborazione, in sede di coordinamento, del Provveditorato regionale per il Veneto – Friuli Venezia Giulia – Trentino Alto Adige del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Grazia e Giustizia.