Il tempo passa veloce. Le pietre vengono sistemate una sopra l’altra, i muri ridipinti, le fessure sigillate, i pavimenti e le pareti vengono piastrellati di un bianco candido, vengono montate porte e finestre, create le canaline di scolo dell’acqua, creati gli allacciamenti per l’energia elettrica. Vengono sistemate le strade e forati nuovi pozzi d’acqua pulita. Anche il giardino attorno al laboratorio prende vita.
Insomma, ci siamo. E’ tutto pronto. I lavori di ristrutturazione sono finiti. Ora bisogna aspettare.
Sì, perchè mentre a Goias fervono i lavori, in Italia le preoccupazioni sono ben altre. In Italia si sta ancora combattendo con la burocrazia e da settembre non sono ancora riuscita ad ottenere un visto per poter tornare in Brasile. Mesi di burocrazia, carte, marche da bollo, telefonate al consolato, viaggi a Milano che non hanno portato a niente. Non è ancora possibile tornare in Brasile. Ecco come si ripercuotono le scelte dei grandi sulla vita dei piccoli.
Consoliamoci guardando le foto di come è diventato il nostro laboratorio. Quello che era un cumulo di macerie adesso risplende come una luminosa fetta di ananas in mezzo al verde smeraldo del Cerrado. E questo mi fa sorridere con gli occhi grandi.