Grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Artegna, le associazioni Time for Africa e Oikos onlus di Udine, per una ragazza di Artegna è stato possibile sperimentare l’esperienza di vivere con i bambini della Pediatria di Kimbondo e nella fattoria di Kinta, nella periferia di Kinshasa, capitale del Congo. L’esperienza è durata un mese.
Mi risulta difficile raccontare in poche righe un’esperienza di questa portata; perché le sensazioni che ho provato, i volti, gli odori, i colori non si possono raccontare facilmente.
Quando ho lasciato l’Italia non sapevo ancora cosa avrei davvero trovato laggiù, nella Repubblica Democratica del Congo. Ero carica di informazioni quali il numero di bambini che la pediatria ospita, le condizioni igienico-sanitarie, le patologie di cui sono affetti i piccoli ospiti, ma non ero preparata alla dimensione emotiva, al forte senso di nausea che ho sentito non appena sono atterrata in quella terra così lontana. Una sensazione di smarrimento, di impotenza di fronte a più di cinquecento bambini, molti dei quali disabili, abbandonati da genitori e familiari ancora in fasce. Ricordo il mio primo giorno in pediatria, ricordo l’odore acre di un luogo ove le condizioni igieniche non si possono considerare tali, i pianti ininterrotti dei bambini, i volti di gente così diversa da me, la malattia. Ricordo la mia prima lacrima di fronte a tutto questo. Ma ricordo anche i bambini che consumano il loro pasto felici e con appetito, i più piccoli che fanno a gara per salirti in braccio, i sorrisi che scaturiscono da una carezza. Ricordo tanta voglia di vivere, le urla di gioia, ricordo gli occhi pieni di speranza di chi intuisce che tu sei lì proprio per loro, la tenerezza di coloro che si addormentano sereni tra le tue braccia. Ricordo la sporcizia che passa in secondo piano, l’odore che in fondo non è poi così forte, anzi, vorrei tanto sentirlo ancora, vorrei stringere di nuovo a me Dani, Dieumerci, Joseph, Moise…Ricordo ancora una lacrima, ma questa volta perché ormai era giunta l’ora di partire e tornare a casa. Il Congo mi ha regalato tanto, molto più di quello che io ho dato alla sua gente.
Ringrazio il Comune di Artegna e le Associazioni Oikos e Time for Africa perché ancora credono, come me, nel valore centrale della persona all’interno della comunità, nel diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, all’uguaglianza di fronte ai diritti fondamentali. Ma è dovere di tutti volere che l’uomo sia messo sempre al centro, “agendo in modo da trattare l’umanità sempre come fine e mai come mezzo (I. Kant)”. In Congo come qui.