Oikos Onlus esprime indignazione e condanna in merito alle gravi accuse lanciate a Don Emanuele, parroco di Majano, impegnato a difendere, in prima linea, i più deboli e a promuovere la solidarietà, l’aiuto umanitario e l’accoglienza dei rifugiati e migranti.
Siamo rimasti molto stupiti quando siamo venuti al corrente di quanto è successo lo scorso agosto a Majano con riguardo alla scelta di Don Emanuel di mettere a disposizione un appartamento della canonica per accogliere dei richiedenti asilo. Da un paio di anni lavoriamo con Don Emanuele e l’associazione Amahoro Onlus in un progetto di cooperazione e solidarietà internazionale in Burundi.
In questo periodo abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare le molte qualità umane che contraddistinguono Don Emanuele: l’impegno, il senso del dovere, la responsabilità, la sensibilità, la capacità di ascolto nei confronti di chi ha bisogno, la capacità di accogliere il diverso, il povero e il bisognoso.
Come referente della Parrocchia di Majano nell’ambito di questo progetto, Don Emanuele sta prestando la sua opera in modo del tutto gratuito, scrupoloso e serio. Le sue qualità e il suo impegno stanno contribuendo a portare a termine con successo questo importante progetto di promozione della Salute e di prevenzione delle principali malattie che colpiscono la popolazione del distretto provinciale di Muyinga nel Nord-Est del Paese.
Per Oikos Onlus, il dovere di accoglienza dei rifugiati e dei migranti, prima ancora che nella visione di un mondo inteso come una casa con la porta aperta al mondo e capace di accogliere e sostenere chi è più vulnerabile, è insito nei principi e valori ai quali si ispira e che sono sanciti dalla Carta Costituzionale e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che discendono dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Pertanto, esprimiamo tutta la nostra solidarietà al parroco di Majano, Don Emanuele, per gli attacchi vergognosi e denigratori che sta subendo e a tutte le persone deboli e svantaggiate che si trovano a vivere, senza un supporto adeguato delle istituzioni, in condizioni di vita disagiate.
Foto di Lorenzo Latini