Sulle Orme del Futuro. Un progetto di sviluppo sostenibile – l’integrazione possibile fra arabi ed ebrei in Israele.
Dal rientro dei nostri osservatori – Giugno 2019
Attualmente nello stato di Israele l’animosità tra ebrei e arabi ha raggiunto livelli spaventosi. Nel 1948, quando fu stabilito lo stato di Israele, i cittadini arabi persero la maggior parte delle loro riserve di terra.
Ad oggi ne possiedono solamente il 3,5 %. Se consideriamo che la terra non coltivata è più facile da espropriare, la conservazione di essa diventa una questione cruciale non solo ai fini dello sviluppo economico ma anche come futura riserva di terra per la comunità.
Inoltre, in Israele il 21% degli abitanti sono arabi, con scarse prospettive di inserimento lavorative. Di questa percentuale le donne attualmente inserite nel mercato del lavoro sono circa 28% contro il 66% delle donne ebree.
In questo contesto si inserisce il progetto di sviluppo sostenibile Sulle Orme del Futuro sostenuto dai partners italiani Oikos Onlus e Rete Radie’ Resch che da anni promuovono iniziative su temi centrali come integrazione e rispetto reciproco in diverse parti del mondo.
Attraverso le associazioni coinvolte sul territorio e i partners italiani gli obiettivi del progetto sono:
il consolidamento di attività che promuovano il dialogo e il rispetto dei diritti della popolazione araba
la creazione di un nuovo tessuto sociale che favorisca gli scambi economici.
Protagonisti del progetto di sostenibilità due associazioni, da anni unite nell’intento di creare un ponte di solidarietà sociale ma soprattutto economica:
l’associazione israeliana Sindyanna a Kfar Cana e l’associazione palestinese BFTA a Betlemme
Le iniziative che il progetto intende sostenere sono molteplici.
Obiettivo primario è far conoscere e far entrare nel mercato del commercio equo e solidale i prodotti delle donne, degli agricoltori e degli artigiani arabi, israeliani e palestinesi.
Rafforzare il legame con le Associazioni femminili che collaborano con Sindyanna immettendo i prodotti certificati FAIR TRADE sul mercato.
Ancora, creare ponti e occasioni di commercio con l’associazione BFTA attraverso la vendita dei prodotti e le visite guidate di entrambi i progetti.
Infine, sviluppare il turismo sociale nel centro visitatori di Kfar Cana rivolto sia ad israeliani che visitatori stranieri per creare esperienze concrete di comprensione e riavvicinamento.
I beneficiari diretti coinvolti in questo progetto sono innanzitutto le donne artigiane – circa 40 – e le loro famiglie dei villaggi circostanti Kfar Cana. Poi i consorzi e le reti di produttori che vendono i loro prodotti ( produttori di olio di oliva, miele mandorle, etc. ). E ancora gli operai coinvolti nel campo di bonfica dei terreni e gli addetti alla trasformazione dei prodotti in cibo e sapone.
Nei giorni scorsi, Oikos Onlus e Rete Raide Resch sono stati testimoni di questo progetto di integrazione e sviluppo. Hanno potuto verificare con mano i progressi e gli sviluppi di questa relazione. Testimoni di una convivenza possibile rientrano in Italia con la consapevolezza che dare voce e possibilità di sviluppo anche a chi consideriamo “nemico” è un vantaggio e un’opportunità per abbattere pregiudizi e muri.
La cultura del dialogo deve insegnare a tutti noi che solamente con lo sviluppo di un’intera società – e non solamente di una parte di essa – si puo’ vivere in una nazione più sicura, a vantaggio di tutti i cittadini.