Venerdì 3 giugno 2016 Elena Mazzoni coordinatrice nazionale di Stop TTIP ha illustrato a Udine il Transatlantic Treaty Investment Partnership presso la sala riunioni della ex caserma “Osoppo” in via Brigata Re.
Davanti ad una platea di circa 25 persone Elena ha spiegato con competenza e semplicità cos’è questo trattato, di cui per la verità la stampa non fornisce molte informazioni, riempiendo invece le pagine di cronaca nera, scandali di ogni tipo e seminando il terrore sul fenomeno delle migrazioni internazionali.
Il TTIP è un trattato commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea i cui primi incontri informali si sono svolti a luglio 2013 e aventi la finalità di creare un’area vasta di libero scambio per le merci.
Fino all’ottobre del 2014 si erano svolti nella totale segretezza 7 meeting tra negoziatori delle due parti.
Il 29 luglio 2014 l’Ombudsman europeo dichiara che il TTIP avrà importanti risvolti nella vita di tutti i cittadini e propone una consultazione pubblica in relazione alla trasparenza dei negoziati (http://www.ombudsman.europa.eu/cases/correspondence.faces/it/56100/html.bookmark)
Al termine del settimo round negoziale si ottiene la pubblicazione del mandato negoziale, che viene declassificato nell’ottobre del 2014.
Chi accede ai documenti del TTIP?
Al momento possono accedervi il team negoziale USA, composto da circa 470 persone e il team negoziale della commissione europea, composto da circa 50 persone.
E’ importante sottolineare che fino alla desecretazione del mandato negoziale anche i parlamentari europei erano all’oscuro di questa trattativa.
La domanda è: com’è possibile che un accordo di libero scambio così importante possa rimanere segreto in due delle più grandi “democrazie” del mondo?
Attualmente al termine dei meeting i parlamentari possono accedere ai documenti del round: l’accesso è consentito in sale chiamate “reading room” ma è privo di allegati tecnici.
Il TTIP riguarda 24 matterie, suddivise in 3 macro aree: il documento privo di allegati consta di 900 pagine, scritte in lingua inglese.
Per quanto riguarda i parlamentari nazionali, essi non potevano accedere al documento fino al novembre 2015.
In Italia il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda è il depositario ufficiale del fascicolo per l’Italia e, da quanto si può leggere da questo articolo de “Il Fatto Quotidano”, egli è uno strenuo difensore del trattato neo liberista (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/10/carlo-calenda-ministro-dello-sviluppo-il-pupillo-di-montezemolo-che-tifa-per-il-ttip-e-esulta-per-la-vendita-di-italcementi/2710399/)
Siamo ora al 13 round negoziale, obiettivo primario del trattato è quello di abbattere le tariffe doganali al fine di agevolare la circolazione di beni, ma non di persone. Un altro importante obiettivo è quello di abbattere le barriere non tariffarie che includono la normativa a tutela dell’ambiente, della sicurezza alimentare.
In linea generale si può affermare che la normativa UE è più stringente per quanto riguarda i controlli sui prodotti: questo fattore determina costi finali più alti e di conseguenza è un ostacolo al business delle grandi multinazionali.
Solo quattro settori dell’ordinamento statale restano di fatto esclusi dai tentacoli del TTIP: la Giustizia, la Difesa, la Pubblica Sicurezza e il Traffico Aereo.
Abbiamo anche conosciuto, al termine dell’incontro, la referente locale udinese di Stop TTIP, Emilia Accomando.
Riassumere quanto spiegato in tre ore risulterebbe difficile e probabilmente incorreremmo anche in qualche errore, trattandosi di una materia complessa e insidiosa dal punto di vista economico, giuridico e politico.
Il miglior suggerimento che possiamo dare ai nostri lettori è quindi di consultare il sito:
https://stop-ttip-italia.net/ oppure contattare il comitato locale di Udine via mail: stopttipud@gmail.com
OIKOS Onlus aderisce, assieme ad altre trecento realtà associative tra cui movimenti, associazioni, partiti e sindacati, alla campagna per bloccare questo trattato neo liberista.