Sono le 22.08, si spengono le luci su questa giornata di cricket trascorsa assieme a un’ottantina di ragazzi provenienti da Afghanistan, Bangladesh, Italia, Pakistan.
Su sette squadre, due erano friulane: la Udinese cricket team, composta da ragazzi provenienti da diverse strutture di accoglienza, quali Aracon, Caritas, Croce Rossa Italiana, Nuovi Cittadini, Oikos, l’altra da ragazzi accolti da Caritas a Cividale, la Cividale cricket team.
Partenza da Udine alle 7.30 con due automezzi gentilmente messi a disposizione da HattivaLab Onlus: un viaggio lungo un’autostrada impigrita dalla pausa domenicale, ascoltando musiche di luoghi lontani.
L’arrivo al campo ha rivelato dal primo istante l’energia ribollente dentro questi giovani corpi, bloccati per troppo tempo in strutture di accoglienza senza conoscere il loro destino. Il lancio della palla, la battuta, la corsa: movimenti vigorosi, carichi di una forza vibrante tesa a scaricare la tensione interiore…
L’Udinese ha giocato la prima partita, la squadra indossava una t-shirt color blu.
La performance arbitrale ricordava molto quella dell’arbitro Moreno in Italia – Corea del Sud del lontano 2002… Pazienza, partita persa.
Anche Cividale nel frattempo ha perso.
I giocatori dell’Udinese, sapendosi ormai tagliati fuori dalla competizione, accettavano la proposta di Marco di visitare l’incantevole Venezia.
Il tempo di rientrare e la beffa: il punteggio finale non è l’unico dato da tenere in considerazione per i ripescaggi… Avremmo dovuto giocare un’altra partita, ma assenti, siamo stati squalificati per abbandono del campo, ahi noi, malamente consigliati dal buon Giuliano.
Una nota a margine: l’Io e il Noi
Giuliano, Maurizio ed io abbiamo pranzato verso le 12.30, ognuno con il “suo” bel panino, la sua “pizzetta”, i “suoi” tramezzini: alle 14 i ragazzi si sono messi in cerchio e aperto un capiente contenitore di riso. Mi hanno chiamato e offerto il “loro” cibo, digerendo la morale che assieme, è naturale, restiamo umani!