Un Natale movimentato
E finalmente è arrivato il Natale.
A Buenaventura i due gruppi delinquenziali, che controllano militarmente, commettono estorsioni e utilizzano la città ed il suo porto internazionale per il micro-traffico e narcotraffico di stupefacenti, hanno fatto gli auguri promettendoci un futuro radioso e di pace.
Attraverso i loro siti internet, hanno diffuso messaggi di speranza per questo Natale. Questi comunicati recitano l’uno “crediamo che la nostra comunità merita di trascorrere il Natale e il Capodanno in assoluta tranquillità e armonia“, e l’altro: “è il sincero augurio della nostra organizzazione che la città possa essere ricolma di ricche ed eterne benedizioni“. E con questi comunicati hanno entrambe dichiarato una tregua natalizia, che sarebbe dovuta durare fino a marzo 2024.
Poi uno dei due gruppi, che sono anche protagonisti di alcuni dei “dialoghi improbabili”1 portati avanti dal nuovo governo nazionale ed i suoi funzionari incaricati della pace tra mille inevitabili difficoltà, ha deciso di sospendere la tregua. Che fossero in tregua i due gruppi non voleva comunque dire che traffici illegali, estorsioni e assassinati per controllarli terminassero.
Secondo l’ultima Allerta Temprana emessa dalla Defensoria 2, tutti noi che viviamo nella zona urbana di Buenaventura siamo a rischio alto di tutto quello che descrive, quindi estorsioni ed assassini in primis, anche se per il momento per me comporta solo il pagare un prezzo esorbitante per il mango e tutto quello che compro sotto casa a causa del pizzo. Non che uscendo dalla parte urbana le cose migliorino.
I due conflitti nella zona rurale
Secondo varie fonti di informazione, vi sono tre guerre in atto nel municipio di Buenaventura: quello urbano, di cui sopra, e due nelle zone rurali.
Nella parte rurale a nord della città ci sono alcune zone per il turismo balneare molto belle, che danno sul Pacifico.
Qui, due gruppi sono in lotta per assicurarsi le vie di comunicazione con il mare per gestire il traffico di cocaina prodotta nell’entroterra, le estorsioni, il controllo delle miniere d’oro, l’estrazione di legname pregiato e, soprattutto, per la preparazione del territorio all’arrivo di due megaprogetti (un nuovo porto e una nuova area turistica, con catene di hotel 5 stelle).
“Preparare il territorio” in Colombia significa espellere le persone che lo abitano, normalmente gruppi etnici o contadini; magari pensateci la prossima volta che andrete in vacanza in uno splendido resort a 5 stelle circondato “solo” da una natura incontaminata e mare cristallino. Forse lì, prima del resort, ci viveva qualcuno, e anche bene.
La prima contesa nella zona rurale
I due gruppi sono il narco-paramilitare Autodefensa Gaitanista de Colombia e l’altro l’Esercito di Liberazione Nazionale, guerriglia “storica” colombiana ispirata alla Teologia della Liberazione, che in varie parti dell’America Latina fu applicata alla lettera da molti sacerdoti.
Famoso fra tanti, Monsignor Romero del Nicaragua, assassinato dai militari della dittatura, ed il leggendario sacerdote e sociologo colombiano Camilo Torres che appunto decise di dover passare alle armi. La sua faccia rimane dipinta al lato di quella del “Che” Guevara nella piazza principale della più importante Università della Colombia, la Universidad Nacional de Colombia a Bogotá, dove fondò la Facoltà di sociologia.
Nel suo primo combattimento fu assassinato, pure lui, dall’esercito. Si incorporò all’ELN, comandato per lunghi anni da un sacerdote spagnolo, il famoso “Cura (prete) Perez.”
Il secondo conflitto nella zona rurale di Buenaventura
L’altro conflitto è per il controllo delle vie di accesso ed dei traffici tra Buenaventura e l’entroterra colombiano, tra ELN, Estado Mayor Central de las FARC (un gruppo guerrigliero che si divise dalle FARC EP quando queste siglarono l’ultima pace firmata da un governo colombiano nel 2016), e Segunda Marquetalia, che si dissociarono dopo la firma per vari complessi motivi, non ultima la persecuzione da parte dello Stato agli ex-guerriglieri firmatari della.
Questi gruppi, più “maturi” rispetto a quelli urbani, combattono tra loro, poi si alleano, poi mettono i loro interessi in franchising ad altri gruppi, per trarre profitto dalle attività illegali, ma anche per mostrare il loro controllo territoriale e sociale ed avere maggior capacità di negoziazione con lo Stato. Nelle negoziazioni non si contratta solo eventuali uscite dignitose dalla guerra3 ma anche modifiche sostanziali alle politiche dello Stato. Almeno in teoria.
Buenaventura: gente resistente
In mezzo a questa incredibile situazione di ordine pubblico, per fortuna Buenaventura si caratterizza per la capacità della sua società civile di organizzarsi ed esigere allo Stato il rispetto dei suoi diritti. Non che l’aria del mare, piacevole quando vivi a 30 gradi con 85% di umidità, provochi il sorgere di una coscienza critica e sociale, piuttosto il fatto che organizzarsi e rivendicare il rispetto de diritti umani (tra l’altro il 10 dicembre scorso si è celebrato il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani), diritti spesso basici, acqua, protezione alla vita, un po’ di salute, un minimo di educazione, magari un territorio in cui vivere, un po’ di pace, ha rappresentato l’ unico modo di poter fisicamente sopravvivere in questo contesto.
Il nuovo Presidente ha dichiarato che Buenaventura sarà “Laboratorio della Pace”, promettendo di facilitare tutti i processi di dialogo possibili, accompagnandoli con inversioni sociali ed infrastrutture (Buenaventura, tra le altre cose, non ha un acquedotto che possa dirsi tale).
OIKOS nel 2024 si dedicherà, nell’ambito del progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo, ad organizzare un diplomato di pace che speriamo possa servire a dinamizzare alcuni di questi processi, la trasformazione dei conflitti e la costruzione di pace.
Vediamo se nel 2024 si rispetteranno tutte queste promesse.
Christian Degasperi – Cooperante del progetto PACE BUENA
- Termine coniato dall’investigatore della pace JP Lederach, tradurre e leggere il seguente articolo se interessati: Los ‘Diálogos improbables’ de John Paul Lederach, una forma de construir confianza en los territorios ↩︎
- La Defensoria è l’istituzione incaricata di far rispettare allo Stato colombiano i suoi obblighi in materia di diritti umani. Si incarica di monitorare e segnalare le situazioni di rischio per la popolazione civile in relazione al conflitto armato e sviluppare una politica di prevenzione delle violazioni massicce dei diritti umani. Fornisce attraverso le Allerte un allarme tempestivo alle autorità. ↩︎
- L’ELN è ufficialmente in stato di cessazione di ostilità e ha appena terminato il quinto ciclo di dialoghi con lo Stato colombiano. Anche l’Estado Mayor Central ha sospeso le sue operazioni militari offensive ed ha recentemente iniziato a dialogare con lo Stato. La Nueva Marquetalia ha manifestato la sua volontá di sedersi a negoziare, peró il fatto di essere una scissione della guerriglia che firmò gli accordi di pace nel 2016, rende difficili le cose da un punto di vista giuridico dato che ufficialmente risultano aver rotto gli accordi pattati. ↩︎