Progetto INFRA, venerdì 23 aprile il webinar conclusivo
Dopo mesi di intenso e proficuo lavoro al progetto INFRA, con piacere vi segnaliamo che venerdì 23 aprile si terrà il webinar volto alla condivisione dei risultati raggiunti nell’ambito di questa iniziativa. «Integrare è meglio che curare: approcci e metodi alla prevenzione della radicalizzazione in un mondo che cambia» è dunque il titolo del convegno che si terrà a partire dalle 9.30 sulla piattaforma Zoom (a questo link è possibile preiscriversi).
Ecco il programma dettagliato della mattinata di confronto:
9.30 > Introduzione ai lavori e presentazione del video del progetto
Giovanni Tonutti, presidente Oikos onlus
9.45 > Ruolo e politica dell’Unione europea in tema di prevenzione e repressione della radicalizzazione nelle carceri
Francesco Deana, professore a contratto di Diritto dell’Unione europea Università degli Studi di Udine
10 > Ruolo e valore della formazione del personale penitenziario per la comprensione,
gestione e prevenzione dei fenomeni di estremismo in carcere
Maria Milano, Ministero della Giustizia, Provveditore regionale per il Veneto-Friuli Venezia Giulia- Trentino Alto Adige
10.15 > Gli interventi di esecuzione penale dentro e fuori dal carcere, progetti e strumenti per la prevenzione della radicalizzazione e degli estremismi
Stefania Gremese, direttrice dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Udine
10.30 > Proposte per un lavoro di mediazione all’interno degli istituti di pena e per un lavoro all’interno della comunità locale
Mohamed Hajib, imam di Udine
10.45 > I laboratori del progetto INFRA nelle scuole secondarie di secondo grado: prevenire gli estremismi educando al rispetto delle diversità
Chiara Tempo, docente del Liceo Economico Sociale «Caterina Percoto» di Udine
11 > Presentazione pubblicazione finale del progetto, riflessioni e proposte emerse nell’ambito del progetto INFRA
Federico Bianchi, esperto di formazione e processi valutativi, valutatore progetto INFRA
11.15 > Domande e riflessioni conclusive
Cos’è il progetto INFRA?
Finanziato dalla Regione Friuli-Venezia Giulia attraverso un bando pubblico (Intervento 1.1 del Programma Immigrazione 2019 – Contrasto al fenomeno della radicalizzazione in FVG), il progetto Infra – di cui Oikos onlus è capofila – mira alla prevenzione e al contrasto della radicalizzazione nelle carceri grazie alla formazione e alla sinergia tra le diverse istituzioni e realtà associative del territorio.
Tre in tal senso le tipologie di percorsi formativi che sono stati realizzati rivolti alle forze dell’ordine, al personale amministrativo delle istituzioni carcerarie e scolastiche, al personale educativo del carcere e ai volontari, ma anche agli operatori delle associazioni che si occupano di accoglienza.
Si sono poi tenuti laboratori di cittadinanza all’interno delle carceri di Udine e di Trieste e altri percorsi formativi dedicati agli studenti di due scuole del territorio, incentrati sui temi dell’inclusione e della prevenzione della devianza.
Editoriale | Il premier Mario Draghi e i «dittatori di cui abbiamo bisogno»
«[…] con questi, chiamiamoli per quel che sono, dittatori, di cui però si ha bisogno […]».
Le parole del premier Mario Draghi – pronunciate ieri in conferenza stampa – sono pietre e pesano tantissimo. A colpirci non è il fatto che il nostro Premier definisca Erdogan un dittatore, questione che ha fatto infuriare il Governo turco. A farci rabbrividire è – invece – la candida ammissione che Erdogan è un «dittatore di cui abbiamo bisogno». Sono parole gravissime, pronunciate a pochi giorni di distanza dai ringraziamenti alla Libia per i «salvataggi» in mare (qui un articolo di Avvenire).
Erdogan è utile all’Europa perché, a suon di miliardi, trattiene i migranti lontano dalla “rotta balcanica” e lontano dalle nostre coste. Poco importa se in Turchia, come in Libia, i diritti umani non vengano rispettati. Poco importa se continuiamo a finanziare i lager libici dove le persone – e ribadiamo “persone” – vengono torturate. Poco importa la dignità umana: cosa saranno mai, infatti, questi diritti umani di fronte all’opportunità per lo Stato di non dover gestire migranti in cerca di una vita migliore, in fuga da fame e guerre?
La Turchia e i diritti delle donne
La Turchia è da poche settimane uscita dalla Convenzione di Istanbul, il primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica (qui un articolo su Dinamopress). La notizia era quasi scivolata nel dimenticatoio, quando va in onda la scenetta dello sgarbo della mancata sedia per la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. Dire che questi sono episodi separati gli uni dagli altri significa non voler guardare al cuore del problema. Un personaggio come Erdogan potrà continuare a fare di tutto: a praticare ogni tipo di umiliazione nei confronti delle donne da una parte e dell’Unione Europea dall’altra.
Noi continuiamo a pagare miliardi di euro alla Turchia perché faccia da argine ai flussi migratori verso l’Europa, in questo lasciamo saldo nelle sue mani il coltello dalla parte del manico. Ma appunto queste sono le sempre prioritarie ragioni di stato, da anteporre sempre alla dignità umana, ai diritti delle donne, dei migranti, insomma, ai diritti umani.
Regeni, Zaki e Paciolla
E sono sempre la dignità delle persone e il rispetto dei diritti umani ad essere messi in coda alle priorità dello Stato: è il caso della richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni e della scarcerazione di Patrick Zaki rispetto alla vendita delle armi.
Le parole di Draghi, specchio di una classe dirigente
Dunque le parole di Draghi sono gravissime, ma sono la schietta rappresentazione di una classe dirigente, italiana come europea, sprezzante nei confronti del valore della vita umana, che vive i diritti umani come un fastidio. Una classe dirigente che si volta dall’altra parte di fronte ai morti nel mediterraneo, che non è capace nemmeno di alzare la voce contro la reticenza delle Nazioni Unite sulla reale vicenda della morte di Mario Paciolla.
Possibile che un uomo come Draghi non colga il fatto che il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo economico sono questioni correlate? In che senso? Se io scambio merci, beni e servizi con chi non rispetta i diritti dei lavoratori, continuerò a giocare al ribasso, e anche i diritti nel mio Paese tenderanno a comprimersi, in nome della competitività: così facendo non avremo mai delle economie solide e capaci di generare ricchezza e benessere sociale.
Dal Governo Draghi, come da quelli che lo hanno preceduto, non ci siamo mai aspettati grandi afflati di umanità, in questi giorni però è arrivata la triste certificazione che l’Italia e l’Europa hanno vergognosamente abbandonato i valori stessi su cui dicono di essere fondate. Con buona pace della nostra Costituzione, della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Speriamo arrivino tempi migliori prima di essere costretti ad alzare definitivamente bandiera bianca.
Giovanni Tonutti
Presidente di Oikos onlus
Verità e giustizia per Mario Paciolla e per la Colombia
Oggi – domenica 28 marzo – Mario Paciolla avrebbe compiuto 34 anni. Invece la sua vita si è conclusa in Colombia il 15 luglio 2020 in una drammatica vicenda ancora tutta da chiarire, in un primo momento la sua morte, infatti, era stata camuffata da suicidio, ma le evidenze sono ben altre.
Avevamo da poco concordato con il nostro partner in Colombia di intestare una sezione del nuovo «Centro per la Pace e Buen Vivir» di Samaniego (costruito grazie ai progetti di cooperazione di OIKOS), nel Sud del Paese, alla memoria di Giulio Regeni, quando, pochi giorni dopo, arrivò la notizia della tragica scomparsa di Mario Paciolla, quasi ad unire i due nomi e le due storie ci fosse un invisibile filo e doloroso rosso. Ancora una volta dunque – dopo l’uccisione di Giulio Regeni – l’Italia si trova a chiedere memoria e giustizia per uno dei suoi giovani impegnati all’estero, Paciolla lavorava infatti in Colombia, a San Vincente del Caguàn, come osservatore Onu per il rispetto degli Accordi di Pace.
A stupire e addolorare è la posizione delle Nazioni Unite che come ha evidenziato nei giorni scorsi Erasmo Palazzotto, deputato di LeU e presidente della Commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, a otto mesi dalla sua tragica morte ha «scelto di non collaborare proattivamente con i legali della famiglia di Mario Paciolla, non condividendo tutte le informazioni preziose di cui l’agenzia dispone».
È infatti necessario e prioritario fare chiarezza sul lavoro svolto dal cooperante italiano nei giorni precedenti alla sua morte e sugli accadimenti che hanno preceduto il suo tentativo di ritornare in Italia (aveva già comprato il biglietto di rientro, sarebbe dovuto partire di lì a cinque giorni), elementi che possono contribuire a ricostruire la vicenda. Pare infatti che Paciolla non si fidasse più nemmeno dei suoi colleghi.
Verità anche per la Colombia
Restituire verità e giustizia per Mario Paciolla significa farlo anche nei confronti di un Paese segnato da decenni di conflitti e in cui gli Accordi di Pace – firmati nel 2016 dallo Stato con le Farc (OIKOS da anni sta sostenendo il difficile processo di pace nel Sud del Paese) e nei quali tanta fiducia era stata riposta – sono ora in una fase di stallo.
Basti pensare che secondo Indepaz (Instituto de Estudios para el Desarrollo y la Paz), nel 2020 si sono registrati 91 massacri, per un totale di 381 vittime, e sono stati assassinati 310 leader sociali e 64 ex combattenti. Un bagno di sangue che non è cessato in questi primi mesi del 2021, durante i quali i leader sociali uccisi risultano già 29 e i massacri 16. E proprio al “genocidio politico” in Colombia è stata dedicata la 48ma sessione del Tribunale permanente dei popoli che si è conclusa proprio ieri.
Oikos lavora in Colombia da 6 anni, consapevole di operare per un Paese e un Popolo dalle potenzialità straordinarie. «Noi di OIKOS – sottolinea il presidente, Giovanni Tonutti – continueremo a dare il nostro contributo, in questo momento lo stiamo facendo attraverso un progetto per lo sviluppo del Turismo sostenibile, mossi dalla certezza che la crescita delle comunità e la loro emancipazione economica siano la migliore delle armi contro la violenza. Continuiamo quindi a lavorare per rafforzare le comunità locali, in particolare le più vulnerabili, come le comunità dei piccoli agricoltori, le associazioni delle vittime del conflitto e le comunità indigene».
L’appuntamento
Stasera alle 18 sul sito e i social di «Imbavagliati» (Festival Internazionale di Giornalismo Civile), sarà trasmesso in streaming un ricordo, nel giorno del suo compleanno, di Mario Paciolla, cui aderiscono anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo21.
Per saperne di più ecco alcuni consigli di lettura
Intervista coi genitori di Mario Paciolla – Il Manifesto
Chi era Mario Paciolla – Valigia blu
Le incognite sulla morte – Il fatto quotidiano
La violenza dell’esercito riporta indietro la Colombia – Internazionale
«Ogni bisogno un’opportunità»: il 26 marzo un webinar su INSPIRE e BEST
Come d’abitudine Oikos Onlus – insieme alla rete dei suoi partner – fa il punto sulle progettualità in corso, guardando al futuro, alle occasioni che offrono e, soprattutto, agli scenari che aprono. Ecco allora che diventa imperdibile l’appuntamento di venerdì 26 marzo, quando alle 9 prenderà il via il webinar «Ogni bisogno un’opportunità. Strumenti di innovazione sociale per un’economia solidale e inclusiva» in cui guarderemo agli sviluppi dei progetti Inspire e Best.
Il webinar si terrà sulla piattaforma Zoom, per l’accesso è necessario compilare il form al link https://forms.gle/EbQAGxmRvZAhmq9y6
Per informazioni è possibile scrivere a info@oikosonlus.net
La mattinata si articolerà in due distinti panel, ecco qui dei seguito il programma dettagliato degli interventi (che qui puoi scaricare in pdf):
Panel 1 | 9 > 10.50
Il progetto FAMI INSPIRE: l’insegnamento della lingua italiana L2 quale opportunità per un lavoro interdisciplinare e di rete a livello regionale
Introduce e modera Anna Paola Peratoner, Oikos onlus
Graziella Colasanto | Primo Dirigente Divisione Polizia Amministrativa, Sociale e Immigrazione, Questura di Trieste
Saluti istituzionali – Esserci con la forza della sicurezza integrata.
9.30 – Renata Purpura, Direzione progettazione e innovazione CIVIFORM di Cividale, lead partner del progetto FAMI INSPIRE
Presentazione del progetto INSPIRE: il ruolo del partenariato come rete attiva, elementi innovativi delle azioni, output e stato di avanzamento del progetto.
9.45 – Rodolfo Bisatti, regista, referente metodologico VAM
Introduzione all’approccio VAM (Video Alfabetizzazione Multi sensoriale) quale metodo didattico innovativo per l’insegnamento della lingua italiana L2.
10 – Rossella Quatraro, dirigente CPIA di Pordenone
Lavorare in rete a livello regionale: l’insegnamento della lingua italiana L2 come risposta a bisogni ma anche come sfida per innovare le metodologie didattiche tout court.
10.15 – Miriam Totis, Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità, direttore del Servizio programmazione e sviluppo dei servizi sociali e del Servizio integrazione sociosanitaria
Dalla co-programmazione alla co-progettazione: come lavorare per l’inclusione sociale in modo integrato tra servizi.
10.30 – Paolo Felice, vice presidente Legacoop FVG
La co-progettazione come spazio politico e strumento amministrativo da valorizzare.
10.45 – Pausa caffè
Panel 2 | 10.55 > 13
Il progetto FAMI BEST: l’imprenditorialità a impatto sociale chiama, quali bisogni e quali opportunità in gioco?
Introduce e modera Anna Paola Peratoner, Oikos onlus
Alessia Rosolen, assessore al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia Regione FVG
Saluti istituzionali – Il pilastro europeo dei diritti sociali: la regione alla prova dell’innovazione sociale e alla sfida della sostenibilità.
11.15 – Federica Riva, OIKOS Onlus
Il progetto BEST come opportunità di modellizzazione condivisa per la formazione alle competenze imprenditoriali a impatto sociale. L’imprenditorialità sociale come opportunità per un agire sostenibile.
11.30 – Valeria Filì, prof.ssa ordinaria di Diritto del Lavoro e presidente del CUG dell’Università degli Studi di Udine
La sfida delle Pari Opportunità per una società inclusiva verso gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030: quale il ruolo delle imprese per creare valore sociale?
11.45 – Ketty Segatti, vicedirettore centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia, Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia
Il quadro strategico della Regione FVG a supporto dell’imprenditorialità e della costruzione di sinergie tra servizi nel raggiungimento degli obiettivi della nuova programmazione europea e dell’Agenda ONU 2030.
12.00 – Barbara Comini, coordinatrice generale A.T.I. Imprenderò – S.I.S.S.I del FVG
Come accompagnare le nuove imprese verso una maggiore consapevolezza delle sfide della complessità e delle competenze in gioco per essere sostenibili, inclusive e orientate al futuro?
12.15 – Claudia Baracchini, project Manager Senior di Friuli Innovazione
Dall’ecosistema dell’imprenditorialità, alla contaminazione di saperi, ai nuovi modelli di business: quando l’incubatore è d’impatto.
12.30 – Paola Benini, presidente Confcooperative Udine e coordinatrice Commissione Dirigenti Cooperatrici Friuli Venezia Giulia
Progetti, esperienze dal mondo dell’imprenditorialità sociale: il valore della creazione di uno spazio per la diversità, quale impatto di risultato?
12.45 – Riflessioni conclusive
I due progetti
INSPIRE «Innovazione/Sperimentazione/Integrazione»
Il progetto che intende sperimentare, con minori e adulti stranieri presenti in Friuli Venezia Giulia e con maggiori fragilità e difficoltà di apprendimento, metodologie didattiche innovative (VAM e Accelerated Learning) per rendere ancora più efficace il percorso di alfabetizzazione, l’apprendimento della lingua italiana e l’acquisizione delle competenze civiche e sociali fondamentali per favorire l’integrazione socio culturale sul territorio regionale.
Il progetto nasce, infatti, dalla necessità di facilitare, da un lato, il processo di integrazione di minori, per lo più senza sostegno parentale (i così detti Minori Stranieri Non Accompagnati MSNA), e dall’altra degli adulti stranieri migranti in Italia (Richiedenti Asilo Rifugiati RAR) che spesso evidenziano serie difficoltà nell’apprendimento della lingua dovute ad una scarsa, o inesistente, alfabetizzazione nel paese di origine o a problematicità collegate a vissuti traumatici.
Obiettivo Specifico: 2. Integrazione / Migrazione legale
Obiettivo Nazionale: ON 2 – Integrazione – lett. h) Formazione civico linguistica – Servizi sperimentali di formazione linguistica 2018-2021
BEST «Boosting Entrepreneurial Skills as Tool of Integration of migrants to labour market»
Un progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ ambito del FAMI – Fondo asilo, migrazione e integrazione il cui partenariato coinvolge anche realtà di Austria, Slovenia e Croazia. Obiettivo principale del progetto è quello di rafforzare le competenze e le capacità imprenditoriali dei cittadini di Paesi extra EU che si trovano in Italia, competenze spendibili sia per l’avvio di un progetto imprenditoriale che per un più efficace e proficuo inserimento nel mondo del lavoro.
Nel corso del 2020 sono ben tre le edizioni del corso di Imprenditorialità a impatto sociale realizzate da Oikos onlus in collaborazione con Friuli Innovazione e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine. Le formazioni hanno visto una significativa partecipazione, soprattutto femminile, e hanno portato all’avvio di iniziative imprenditoriali da parte dei partecipanti che stanno già dando i loro frutti, nonostante le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19.
Per dare sostenibilità e diffusione alla metodologia formativa imprenditoriale “BEST”, Oikos onlus ha anche organizzato dei «Train the trainers», formazioni dedicate agli operatori del settore con l’obiettivo di condividere la formula sperimentata nei corsi di imprenditoria a impatto sociale.
Il progetto BEST è finanziato nell’ambito dell’Asylum, Migration and Integration Fund (AMIF) 2017 -Action Grant (AG)-INTE-04
8 marzo 2021, la storia di Aminata: un augurio per tutte le donne
Celebrare l’8 marzo – Giornata internazionale della donna – in questo complicato 2021, a un anno esatto dal primo lockdown, non può prescindere da una riflessione circa il fatto che la pandemia da Covid 19 abbia inciso – in termini economici e sociali – nella vita delle donne più profondamente che altrove.
I dati a un anno dalla pandemia
Volete saperne di più? Sono utili le infografiche che trovate sul sito del Parlamento europeo (a questo link) che mettono in luce in particolare il legame tra precarietà occupazionale delle donne e impatto della pandemia, nonché della gravosità sulle loro vite in termini di cura familiare nei periodi di confinamento. Agghiaccianti poi i dati emersi dall’indagine «La condizione economica femminile in epoca di Covid-19» realizzata da Ipsos per WeWorld: 1 donna su 2, infatti, ha visto peggiorare la propria situazione economica negli ultimi 12 mesi (puoi approfondire a questo link).
Liberare il potenziale delle donne: il progetto Best
Eppure – soprattutto in questo momento di crisi – il potenziale creativo e rigenerativo delle donne è imprescindibile per la rinascita del nostro Paese che sarà impossibile senza colmare il divario di genere che affligge la nostra società. L’importanza di favorire la micro imprenditorialità femminile (ostacolata anche da una disparità di genere nell’accesso al credito) come strada per mettere in campo modelli di lavoro più sostenibili e in grado di liberare le risorse delle donne, è una delle vie che ci suggerisce l’esperienza maturata nell’ambito del Progetto Best – finanziato dal Programma europeo Fami – e che ha visto la realizzazione in collaborazione con Friuli Innovazione e il patrocinio dell’Università degli Studi di Udine, di tre edizioni del Corso di imprenditoria a impatto sociale.
A partecipare all’iniziativa formativa sono state sopratutto donne, aiutate anche dal fatto che il percorso si è tenuto on line a causa della pandemia, così quello che a prima vista a noi era sembrato un problema ha invece rappresentato una possibilità di conciliazione tra formazione ed esigenze di cura della propria famiglia. Il risultato? Il significativo numero di progettualità germogliate durante il corso o che si sono affinate strada facendo, una dimostrazione della straordinaria creatività dello spirito imprenditoriale femminile.
La storia di Aminata
Celebriamo dunque questo 8 marzo con la storia di una delle nostre corsiste: Aminata Bangagne (nella foto). Questo perché la sua determinazione, il suo sorriso aperto e la sua storia imprenditoriale ci sembrano non solo un’esperienza esemplare, ma soprattutto un augurio a tutte le donne.
Ventotto anni, originaria del Burkina Faso, Aminata è studentessa di Scienze dell’Educazione, fa la mediatrice culturale (occupandosi in modo particolare delle donne in gravidanza) ed è mamma di due bimbi piccoli (3 e 7 anni) i cui vivacissimi sorrisi – nota a margine – abbiamo avuto la fortuna di intercettare in video durante il corso Best.
Quando racconta di sé e dei suoi progetti Aminata mette in circolo un entusiasmo e un’allegria semplicemente contagiosi. «Da circa un anno – spiega – ho avviato un’attività di consulenza rivolta ai miei connazionali, ma anche a ivoriani e maliani. Molti migranti sognano di costruire nel proprio Paese una casa per farvi un giorno ritorno, i problemi però sono tanti, lo ha sperimentato anche la mia famiglia, le difficoltà poi al tempo del Covid, con l’impossibilità di muoversi sono aumentate in maniera significativa». Così Aminata offre, attraverso persone fidate in loco, la gestione degli immobili di proprietà posti in affitto, ma anche un servizio di intermediazione per chi vuole acquistare casa. Il bisogno intercettato dunque è reale e i risultati non si sono fatti attendere, il bacino d’utenza della sua impresa è di circa duecento persone, tanto che nell’ufficio che ha aperto a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, dà lavoro a quattro impiegate, ma anche a quattro ragazzi che si occupano degli aspetti più tecnici.
Ma cosa l’ha mossa? «Tanti desideri – spiega –, da una parte la voglia di autonomia personale mantenendo la possibilità di prendermi cura della mia famiglia, i miei genitori vivono a una certa distanza da casa mia e non ho modo di affidare ad altri i miei figli; dall’altra il desiderio di creare un ponte fra quella che dal 2004 è diventata la mia casa, il Friuli, e il mio Paese di origine, non dimentico da dove vengo. Proprio per questo ho scelto di avviare, insieme, ad alcuni amici, un’attività che possa creare sviluppo pure in Burkina Faso, se anche solo un mio giovane connazionale sarà libero di non emigrare grazie alla mia impresa allora avrò realizzato il più grande degli obiettivi».
Sostenibilità, sviluppo, innovazione, crescita e impatto sociale sono le parole chiave di questa storia di imprenditoria al femminile, non a caso ora Amina è stata inserita nel programma di incubazione d’impresa di Friuli Innovazione.
Portare in classe gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile: con Oikos un corso internazionale on line per insegnanti
Come portare in classe – nell’ambito della formazione professionale – i temi dello Sviluppo sostenibile e degli SDGs, i 17 goal indicati dall’Agenda 2030? E come farlo in maniera efficace?
Ne parleremo in maniera approfondita all’interno dell’On line International Teacher Training Sustainable Development & SDGs in vocational education, l’evento formativo che si terrà nelle giornate del 25 febbraio, 3 e 11 marzo 2021, promosso dal consorzio Stairway to SDG che coinvolge sei Paesi e di cui Oikos Onlus fa parte, co-finanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea.
A curare le tre giornate saranno l’Odisee Center for Susatinable Entrepreneurship della Odisee University of Applied Sciences di Bruxelles e il GRYD, ente di Sviluppo multimediale di Birmingham.
Durante la “tre giorni” di formazione ci sarà l’anteprima della piattaforma e app on line per lavorare con gli SDGs in classe, frutto del lungo e approfondito lavoro dei partner del progetto.
Di seguito il volantino (qui in pdf) con il programma dettagliato dell’evento che si terrà in lingua inglese. Ci si potrà iscrivere a questo link ai singoli moduli, per motivi organizzativi ci sono due scadenze: il 21 febbraio per i moduli 1,2,3 e 5 e l’8 febbraio per il modulo 4 (per il quale bisogna compilare il form a questo link).
Martedì 26 gennaio il webinar «Parlo ergo lavoro» | La lingua come ponte di orientamento e inclusione
Ancora una volta Oikos Onlus accende i riflettori sul tema del lavoro, questa volta a partire dalla lingua quale ponte di orientamento e inclusione, facendo il punto su due progetti europei di cui è partner: Inspire e Espor – European Skills Portfolio for Refugees, entrambi finanziati dal Fami (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione).
L’appuntamento si terrà on line martedì 26 gennaio 2021 a partire dalle ore 9. Per partecipare è necessaria l’iscrizione all’apposito form che trovate a questo link
Due i panel in cui si articolerà la mattinata di lavori: alle 9 si parlerà di «La lingua italiana, elemento indispensabile per includere i nuovi giovani, minori o adulti», a partire dalle 11 invece si focalizzerà l’attenzione su «Competenze per (ri)orientare, inserire e sostenere al lavoro i nuovi giovani».
Ecco il programma dettagliato dell’evento (qui in pdf):
Panel 1 | 9.00 > 10.50
9.00 – introduce e modera Anna Paola Peratoner, Oikos onlus
«La lingua italiana, elemento indispensabile per includere i nuovi giovani, minori o adulti»
Presentazione del progetto INSPIRE: il ruolo del partenariato come rete attiva di integrazione sociale, sperimentazione di strumenti e metodologie innovative per l’accoglienza e la formazione linguistica degli stranieri in FVG.
9.25 – Federica Moro, HATTIVALAB, partner tecnico del progetto INSPIRE
Uno strumento innovativo di valutazione linguistica e accoglienza: il protocollo di accoglienza linguistico del progetto INSPIRE.
9.40 – Maria Grazia Lamparelli, HATTIVALAB
L’Accellerated learning quale metodo per favorire l’apprendimento della lingua italiana attraverso una progettazione calibrata sulle caratteristiche dei singoli discenti.
9.55 – Elisa Sartori, operatrice OIKOS ONLUS
Il protocollo in uso, l’esperienza di Oikos Onlus.
10.05 – Fabiana Fusco, professoressa ordinaria di Linguistica e Studi di genere Università degli studi di Udine
Quale accoglienza e come insegnare le lingue nelle società complesse?
10.20 – Fabiana Burco, Regione FVG, Struttura stabile interventi orientativi per l’inclusione sociale
Il tavolo di lavoro regionale per l’attivazione di un protocollo integrato di gestione dell’inserimento scolastico/formativo di minori a rischio drop out o di adulti a rischio di esclusione nei percorsi formativi.
10.35 – Flavia Virgilio, dirigente scolastica CPIA di Udine
Il ruolo territoriale dei CPIA nel raccordo con gli enti di accoglienza: quali protocolli condivisi e quali sinergie possibili.
Panel 2 | 11.00 > 13.00
«Competenze per (ri)orientare, inserire e sostenere al lavoro i nuovi giovani»
Quale strumento di orientamento per giovani cittadini di paesi terzi? La formazione degli operatori e l’orientamento dei beneficiari attraverso il progetto FAMI ESPoR.
11.20 – Diego Boerchi, docente di Psicologia dell’Orientamento e Sviluppo di carriera Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lead
partner del progetto ESPoR
In quale direzione ricerchiamo? Il senso e la direzione della ricerca nel progetto ESPoR, per indagare linguaggi, metodi e obiettivi.
11.35 – Francesca Saffi, Regione FVG, Struttura stabile Centro risorse per l’Orientamento e l’Alta formazione
La Regione FVG alla prova della nuova programmazione verso “occupabilità” e “inclusività”: dove e come orientare le fasce più deboli? Potenziare il sistema pubblico–privato anche grazie all’aggiornamento e alla formazione degli stakeholders. Quale ruolo per il terzo settore?
11.50 – Paolo Felice, vice presidente vicario di LEGACOOP FVG
Terzo settore e Pubblica Amministrazione: il senso della “co-programmazione e co-progettazione” nella costruzione di nuovi percorsi di welfare.
12.05 – Barbara Comini, coordinatrice generale A.T.S. Imprenderò – S.I.S.S.I FVG
L’autoimpiego come opportunità di lavoro e integrazione per i nuovi cittadini, l’attenzione del progetto Imprenderò FVG all’imprenditorialità a impatto sociale
12.20 – Renata Purpura, CIVIFORM, Direzione Progettazione e Sviluppo
Gli avvisi della Regione FVG attivi per organizzare percorsi formativi per trasferire competenze e metodologie ideate e sperimentate nei progetti europei Fami alla rete pubblico-privata degli stakeholders regionali, a conferma e rafforzamento della sinergia Europa-Regione.
12.35 – Michela Castiglione, CIVIFORM, partner Progetto BE in EUROPE
Presentazione del progetto BE in Europe e dei dispositivi di apprendimento elaborati per favorire l’inclusione dei migranti nelle società e nel mercato del lavoro; spunti emersi dal partenariato europeo.
Dal Portogallo al Friuli, ecco Cátia, Ana, Hugo e Regina volontari a Oikos
Un anno, il 2020, denso di difficoltà, in cui il mondo si è fermato a causa della pandemia da Covid-19. In questo contesto l’essere riusciti a far arrivare in Friuli, dal Portogallo, quattro giovani volontari nell’ambito del programma Erasmus+ e dei European Solidarity Corps è per Oikos onlus motivo di grandissima gioia anche per il segno di speranza che rappresentano: una cittadinanza europea vissuta nel segno della solidarietà che – pur con tutte le precauzioni del caso – non si ferma nemmeno davanti al virus, anzi si mette a servizio della comunità per superare questo momento di crisi.
Cátia, Ana, Hugo e Regina (nella foto) sono arrivati a Udine il 21 settembre e rimarranno con Oikos fino ad agosto 2021. Il progetto di scambio a cui hanno aderito è realizzato in collaborazione con l’organizzazione portoghese Rosto Solidário. Si tratta di quattro giovani con background e formazione differenti che stanno mettendo a disposizione le proprie capacità e competenze. Al momento tutti e quattro, con declinazioni diverse, sono attivi nelle due comunità per minori stranieri non accompagnati di Torviscosa e di Fagagna e più in generale a supporto dei vari ambiti di intervento di Oikos.
Ma chi sono questi ragazzi? Hugo ha 27 anni ed è ingegnere meccanico, oltre all’attività con i ragazzi della comunità di Fagagna – «un’esperienza che richiede testa e cuore» racconta –, sta dando un significativo contributo anche nella gestione dei progetti di Oikos.
Ana, 30 anni, pure lei in servizio a Fagagna, è psicologa e ha ideato interessanti laboratori sul tema delle emozioni: «L’esperienza di volontariato che stiamo vivendo – spiega – è davvero arricchente, a tutti i livelli. Sto conoscendo persone meravigliose, posti fantastici, culture diverse, altri mondi!».
C’è poi Cátia – la più giovane, ha 25 anni – giornalista, in forze nella comunità di Torviscosa, sta lavorando anche sul fronte della comunicazione. Anche lei definisce l’esperienza a Oikos come «arricchente» e aggiunge: «oltre a conoscere altre culture e realtà, sto imparando molto dalle persone con cui sto lavorando, se questa esperienza finisse oggi, me ne andrei felice e soddisfatta, ma per fortuna ho ancora parecchi mesi da vivere qui in Friuli con Oikos e i ragazzi delle comunità».
Infine Regina, 28 anni, laureata in Servizi sociali, impegnata a Torviscosa, racconta: «Lavorare con i giovani rifugiati è per me un’opportunità per contribuire al futuro di una generazione, come? Spero di essere un buon esempio mostrandogli sani principi che possano aiutarli nella vita. Questa esperienza mi sta aiutando ad essere più attenta al tema dei migranti, mi sta facendo riflettere sui problemi che ci sono nel mondo e sul futuro della nostra società».
Quattro giovani dunque impegnati, senza paura, resilienti e con un’incredibile adattabilità, ancor di più, in questo tempo di pandemia. Preziosissimi, per un mondo in cui solidarietà ed empatia dovranno essere sempre di più vere e proprie parole d’ordine.
È questa un’esperienza che dice molto anche di Oikos, da sempre infatti operiamo nella ferma convinzione che – soprattutto in questo difficile momento segnato dalla pandemia – il futuro possibile passa proprio e solo da qui: dall’apertura al mondo, dall’attenzione verso l’Altro, dal desiderio profondo di vivere una cittadinanza europea e globale.
Colombia, al Centro educativo para la Paz y el Buen vivir le «Giornate della comunità indigena Awa del Sande»
Pace e diritti – nonostante il difficile momento determinato dalla pandemia – continuano a germogliare in uno dei luoghi che più ci stanno a cuore su questa terra. Il Centro educativo para la Paz y el Buen vivir di Samaniego, nel Nariño, in Colombia – realtà preziosa che negli anni Oikos onlus ha costruito insieme all’Istituto Sur Isais Alexander Von Humboldt –, ha infatti ospitato, dal 17 al 21 novembre, le «Giornate della comunità indigena Awa del Sande». «Ci emoziona e ci rende orgogliosi – spiega il presidente di Oikos, Giovanni Tonutti – sapere che un evento dal significato così profondo e ricco di contenuti, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo a livello globale, si sia tenuto nella meravigliosa cornice del Centro educativo, ospitato dal’Istituto Isais».
«La comunità indigena degli Awa del Sande – prosegue Tonutti – attende da anni un contributo, sia per quel che riguarda la formazione che i mezzi, per potersi emancipare in termini di capacità di auto difesa e auto determinazione. Parliamo di una comunità millenaria che oggi si sta aprendo al mondo, all’economia, al turismo. È un cammino, il loro, dalle grandissime potenzialità, ma che va sostenuto ed incoraggiato. Oikos lavora nel Nariño ormai da anni e di tale necessità ne è ben consapevole, proprio per questo stiamo ci stiamo adoperando per un nuovo progetto di cooperazione che mira a favorire il turismo sostenibile come molla per la crescita del territorio e delle comunità che lo abitano, favorendo al contempo e di conseguenza il rafforzamento e il consolidamento del processo di pace. Accanto a noi ci sono il Comune di San Daniele del Friuli e di Pradamano, compagni di viaggio importanti che hanno già deciso di investire in questa iniziativa. In Colombia c’è grandissima attesa per questa progettualità, non a caso sono ben sette gli enti pubblici che la appoggiano. La rete dei partner è dunque davvero ricca. Siamo fiduciosi che anche le nostre istituzioni in un prossimo futuro vorranno continuare a sostenere il lavoro di appoggio al difficile processo di pace nel Sud della Colombia, intanto abbracciamo Harold Montufar Andrade, L’Istituto ISAIS e la Comunità AWA del Sande».
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